24/11/11

Le favole di Esopo: Il gallo divino e la volpe

Gallus Divinus et Vulpes. Famelica vulpes ad arborem, super qua gallus consederat, accedens, exquisitis laudibus illum extollit et divinationis atque praedictionum nomine in primis, “Atque utinam,” inquit, “ea felicitas sit mea, tam eximii vatis caput ut osculari mihi concedatur.” Gallus hanc laudatori suo gratiam referre volens et praebere caput illi osculandum suum, de arbore devolat ad vulpem. Quae illum praehensum asportabat in silvas et deridebat, quod vate isto et divino nihil insipientius neque vecordius umquam se vidisse diceret.

Una famelica volpe, avvicinandosi all' albero sul quale il UN gallo era seduto, con ricercate lodi lo esalta (e della divinazione e delle profezie con fama soprattutto ?? non ho capito PER LA [SUA] FAMA NELLA DIVINAZIONE...) dice: "Magari quella felicità fosse mia, se mi fosse concesso di baciare la testa dello straordinario profeta."
Il gallo (hanc ?? + GRATIAM = RESTITUIRE QUEL FAVORE AL SUO LODATORE) volendo ringraziare il suo lodatore e offrire la sua testa a quello per farla baciare (non so come si traduca il gerundio/gerundivo COSI'!), vola dall' albero alla volpe. Che presolo lo portava via nel bosco e lo derideva, perchè ( il dizionario non mi traduce praehensum e insipientius e vecordius. diceret è un congiuntivo. se mi dice lei il significato di queste tre parole posso finire la traduzione...) DICEVA CHE NON AVEVA MAI.... INSIPIENS (STUPIDO) VECORS (PAZZO)

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