24/03/12

In taberna quando sumus

La più famosa raccolta di canti goliardici è rappresentata dai Carmina Burana, raccolta di testi poetici del XIII secolo, contenuta in un manoscritto tedesco chiamato appunto Codex Buranus, conservato in un monastero benedettino nei pressi di Monaco di Baviera. I Carmina Burana sono 315 canti composti dai goliardi (studenti universitari), tra il XII e il XIII secolo, parte in latino, parte in tedesco; probabilmente all’origine prevedevano tutti l’accompagnamento musicale, anche se a noi sono pervenute indicazioni precise solo in alcuni casi. Gli argomenti sono molto vari: si va dalla riflessione teologica e morale alla esaltazione dei piaceri materiali, dalla condanna della corruzione ecclesiastica alla parodia dei canti liturgici. Il testo che segue, uno dei più famosi, è dedicato all’elogio della vita di taverna, e in particolare del gioco e del vino. In un crescendo di coinvolgimento e di animazione, tutti si lasciano andare al piacere del bere, l’unica cosa che rende tutti uguali, senza fare differenze: ricchi e poveri, sani e malati, giovani e vecchi, chierici e laici, uomini e donne, bianchi e neri.


In taberna quando sumus,
non curamus quid sit humus,
sed ad ludum properamus,
cui semper insudamus.
quid agatur in taberna
ubi nummus est pincerna,
hoc est opus ut quaeratur;
si quid loquar, audiatur.

Quidam ludunt,
quidam bibunt,
quidam indiscrete vivunt.
sed in ludo qui morantur,
ex his quidam denudantur,
quidam ibi vestiuntur,
quidam saccis induuntur;
ibi nullus timet mortem,
sed pro Baccho mittunt sortem.

Primo pro nummata vini;
ex hac bibunt libertini;
semel bibunt pro captivis,
post haec bibunt ter pro vivis,
quater pro Christianis cunctis,
quinquies pro fidelibus defunctis,
sexies pro sororibus vanis,
septies pro militibus silvanis.
octies pro fratribus perversis,
nonies pro monachis dispersis,
decies pro navigantibus,
undecies pro discordantibus,
duodecies pro paenitentibus,
tredecies pro iter agentibus.

Tam pro papa quam pro rege
bibunt omnes sine lege.
Bibit hera, bibit herus,
bibit miles, bibit clerus,
bibit ille, bibit illa,
bibit servus cum ancilla,
bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger,
bibit constans, bibit vagus,
bibit rudis, bibit magus,
Bibit pauper et aegrotus,
bibit exul et ignotus,
bibit puer, bibit canus,
bibit praesul et decanus,
bibit soror, bibit frater,
bibit anus, bibit mater,
bibit ista, bibit ille,
bibunt centum, bibunt mille.

Parum sescentae nummatae
durant cum immoderate
bibunt omnes sine meta,
quamvis bibant mente laeta;
sic nos rodunt omnes gentes,
et sic erimus egentes.
qui nos rodunt confundantur
et cum iustis non scribantur.


3 commenti:

  1. Quando siamo in osteria,
    non ci preoccupiamo quale sia il paese,
    ma ci avviciniamo al gioco,
    per cui ci affatichiamo sempre.
    Cosa si fa in osteria
    dove i soldi sono coppe,
    questo è necessario che si chieda;
    se dico questo,sia sentito.

    Alcuni giocano,
    alcuni bevono,
    alcuni vivono indifferentemente.
    Ma coloro che si fermano nel gioco,
    tra questi alcuni vengono denudati,
    alcuni lì vengono vestiti,
    alcuni sono avvolti dai sacchi;
    lì nessuno teme la morte,
    ma per Bacco tralasciano la sorte.

    In primo per il commerciante del vino;
    dopo bevono i liberti;
    allo tempo bevono per i carcerati,
    dopo questo bevono tre volte per i vivi,
    quattro per i Cristiani catturati,
    cinque per i fedeli morti,
    sei per le sorelle inutili,
    sette per gli alpini.
    Otto per i fratelli corrotti,
    nove per i monaci dispersi,
    dieci per i naviganti,
    undici per coloro che litigano,
    dodici per coloro che si pentono
    tredici per coloro che fanno il viaggio.

    Allora bevono tutti senza leggere per il padre come per il re.
    Beve la padrona,beve il padrone,
    beve il soldato,beve il clero,
    beve quello,beve quella,
    beve il servo con la serva,
    beve il veloce,beve il pigro,
    beve il chiaro,beve il nero,
    beve il coerente,beve il frivolo,
    beve il rude,beve il mago,
    beve il povero e il malato,
    beve l'esule e lo sconosciuto,
    beve il bambino,beve il vecchio,
    beve il vescovo e il decurione,
    beve la sorella,beve il fratello,
    beve la vecchia,beve la madre,
    beve questa,beve quello,
    bevono in cento,bevono in mille.

    Seicento commerciante
    resistono poco quando bevono
    tutti smisuratamente senza fine,
    benchè bevano con spirito felice;
    così noi corrodiamo tutte le persone,
    e così noi saremo bisognosi.
    coloro che noi corrodiamo sono confusi
    e non sono elencati fra i giusti.

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    1. mmmmm, guarda la trraduzione 'ufficiale' qui sotto e trova gli errori...

      Quando siamo alla taverna,
      non ci curiamo più del mondo,
      ma al giuoco ci affrettiamo,
      al quale ognora ci accaniamo.
      Che si faccia all’osteria,
      dove il soldo fa da coppiere,
      questa è cosa da chiedere:
      si dia ascolto a ciò che dico.
      C’è chi gioca, c’è chi beve,
      c’è chi vive senza decenza.
      Tra coloro che attengono al giuoco,
      c’è chi viene denudato,
      chi al contrario si riveste,
      chi di sacchi si ricopre.
      Qui nessuno teme la morte,
      ma per Bacco gettano la sorte.
      Prima si beve a chi paga il vino,
      indi bevono i libertini.
      Un bicchiere per i prigionieri,
      poi tre bicchieri per i viventi,
      quattro per i cristiani tutti,
      cinque per i fedeli defunti,
      sei per le sorelle leggere,
      sette per i cavalieri erranti,
      otto per i fratelli traviati,
      nove per i monaci vaganti,
      dieci per i navigatori,
      undici per i litiganti,
      dodici per i penitenti,
      tredici poi per i partenti.
      Sia per il papa che per il re
      Tutti bevono senza misura.
      Beve la signora, beve il signore,
      beve il clero, beve il cavaliere,
      beve questo, beve quella,
      beve il servo con l’ancella,
      beve il lesto, beve il pigro,
      beve il bianco, beve il negro,
      beve il fermo, beve il vago,
      beve il rozzo, beve il mago,
      beve il povero e il malato,
      beve l’esule e l’ignorato,
      beve il piccolo e l’anziano,
      beve il presule e il decano1,
      beve la sorella, beve il fratello,
      beve la vecchia, beve la madre,
      beve questa, beve quello,
      bevon cento, bevon mille.
      Poco duran seicento denari,
      se bevon tutti
      alla grande senza limiti.
      Pur se bevon a mente lieta,
      ci fan tutti torto,
      siamo così poveracci!
      Chi ci sprezza sia confuso,
      e fra i giusti non sia scritto.

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